giovedì 11 dicembre 2014

Se Messina costruisce palazzi nei due torrenti delle frane

Al lavoro contro frane e alluvioni
Fonte: http://italiasicura.governo.it/site/home/news/articolo206.html

Silurato il tecnico antiabusi, la cementificazione è già ripartita
Messina sfida ancora le frane di Gian Antonio Stella - Corriere della Sera


Alla prossima frana, non osino chiedere aiuto allo Stato. Alla prossima frana, non osino strillare davanti alle telecamere. Non osino invocare risarcimenti per i danni. Perché lo sanno tutti, a Messina, che è da pazzi costruire nei letti dei torrenti Trapani e Boccetta. Eppure, appena rimosso il funzionario che si opponeva, sono ripartiti i cantieri. Come se tante tragedie non fossero mai avvenute.

È una pazzia doppia, quella di Messina. Perché i numeri dell'anagrafe dicono che la città, a dispetto di piani di sviluppo megalomani che prevedevano una metropoli di mezzo milione di persone, perde abitanti. Ne aveva, nel 1981, oltre 260 mila. Ne ha, oggi, quasi 20 mila in meno. Ed è tappezzata di cartelli: «vendesi», «affittasi». Al punto che Lucio D'Amico sulla Gazzetta dei Sud, parlando dei nuovi cantieri, scrive che «i costruttori tireranno un sospiro di sollievo, ma poi dovrebbero spiegare a chi venderanno». Analisi certificata dall'Osservatorio immobiliare 2014 di Nomisma. Che parla di crollo nelle compravendite sullo Stretto, tra il 2012 e 2013, del 47%.

A maggior ragione, in questo contesto, è impossibile comprendere l'altra pazzia, quella di costruire in zone ad alto rischio. Sono anni, ad esempio, che il canalone lungo il quale scende il torrente Trapani viene additato come un'area pericolosa. E anni che continuano a tirar su condomini: «Quel che sta accadendo nella parte alta del torrente Trapani è rabbrividente», scriveva nel 2010 Francesco Celi, precisando che probabilmente sulla carta era tutto in regola («speciosa ma doverosa puntualizzazione») nonostante la collina «sulla quale sta sorgendo una palazzina, l'ennesima palazzina, palesa su un fianco cinque ferite, squarci provocati da movimenti franosi».

Erano previsti due centri commerciali e vari caseggiati per ospitare oltre tremila abitanti, lungo il Trapani. Tutto bloccato dall'ingegner Gaetano Sciacca, l'allora capo del Genio civile, inviso ai costruttori perché, in base a una sentenza della Cassazione sulla priorità della sicurezza, si era messo di traverso a una leggina varata da Totò Cuffaro che consentiva d'aprire i cantieri un istante dopo il deposito del progetto senza che alcuno potesse stopparlo.

E se l'edificio fosse stato tirato su nel disprezzo di ogni vincolo antisismico o idrogeologico? Amen: si poteva sempre abbatterlo, dopo. Anche se storicamente gli abbattimenti in Sicilia sono più rari dei fichi d'India in Alaska? Domanda impertinente: uffa, i soliti nemici dello sviluppo!
Fatto sta che, tolto di mezzo poche settimane fa lo scomodo funzionario che mentre metteva in sicurezza i luoghi delle frane del 2009 aveva bloccato decine di lottizzazioni pericolose («costruiscono ville sul mare o in località a rischio e poi pretendono opere pubbliche a difesa dell'indifendibile»), tutto è ricominciato come prima. Quando tutti facevano quel che gli pareva.
Un esempio dell'anarchia tollerata da una classe dirigente di imbarazzante mediocrità? Il procuratore Guido Lo Forte è arrivato a sequestrare un cantiere proprio a Boccetta dove le ruspe del costruttore, per passare più comodamente sotto con i camion, avevano demolito una parte dei pilastri di sostegno dello svincolo stradale. E se il viadotto fosse crollato? Uffa, i soliti menagramo!

Ed ecco che sulla Gazzetta, proprio come temevano Anna Giordano del Wwf e gli ambientalisti che avevano inutilmente chiesto al governatore Rosario Crocetta di non toccare il Genio civile, si tornano a leggere cronache cosi: «Stanno sbancando di nuovo la collina del Boccetta. Pensavamo che la folle rincorsa alla cementificazione si fosse fermata, o, quanto meno, non fosse più consentita in alcuni luoghi, dove dovrebbe essere vietato ogni genere di edificazione. E invece un altro cantiere è stato aperto, le ruspe stanno spianando...».

Il «Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico» della Regione Siciliana del 2008 ospita una raffica di fotografie impressionanti: frane, frane, frane, frane... E pari, per il solo comune di Messina solcato da 52 fiumare per la metà intubate, a 406 problemi idrogeologici per un totale di quasi 468 ettari colpiti da crolli, «frane complesse», «colamenti rapidi», «dissesti dovuti a erosione accelerata»...
Eppure, nonostante il rapporto Ispra 2008, richiamandosi al disastroso terremoto del 1908, denunciasse che «l'intensa urbanizzazione rende concreta la possibilità che una nuova calamità possa essere ancora più disastrosa di quella di cento anni fa», continuano a cementificare, cementìficare, cementificare...

martedì 2 dicembre 2014

facebook "Memoria storica dei dissesti" (F. Luino - responsabile sede di Torino del CNR-IRPI)



Un gruppo su facebook qualificato e seguito può avere più effetto di un articolo di stampa su una roboante testata giornalistica.

Soprattutto le immagini, quando parlano da sole, possono sortire più effetti di lunghe discussioni. 

La riedizione di "Verba movent, imagines trahunt"

Da seguire.


 (Immagine tratta da: facebook "Memoria storica dei dissesti" (F. Luino - responsabile sede di Torino  del CNR-IRPI)"

mercoledì 26 novembre 2014

Dott. Inevitabile (dopo le recenti alluvioni) - S.Benni

At the Disasters' School of Dr. Unavoidable (after the recent flooding in Italy) - by Stefano Benni

Fonte:
http://abouthydrology.blogspot.it/2014/11/a-scuola-di-catastrofi-dal-dott.html

( I am sorry for the bad English, but here it is the satyric article by Stefano Benni)

About the latest climate catastrophes of our country, we interviewed an expert little known, but which plays an important role. Is Dr. Unavoidable, responsible  of UTMA, Ufficio Tutela Mutamento Ambientale (Protection Bureau against Environmental Change). 
- Dr. Unavoidable, first let us define the role of your office. That is clearly to protect the soil and Italian citizens against climate disasters -. 
- No, I correct. Our office is responsible for protecting and maintaining the situation of environmental destruction, preventing solutions that would create costly and utopian expectations -. 
- Excuse me, but why? 
- For many reasons. First, because the environmental change requires adaptation, and as long as the Italian people do not get used to  collapses,  flooding and landslides they will always be scared and insecure. And because the climate disaster is unavoidable, it becomes necessary a new culture, which is that the inevitability -.
 -Do some examples ...


- Our office is looking for new forms of communication to help the Italians to accept that climate change with patience. For example, we coined the term "water bomb". It is obvious that against the old showers once you could do something, but against a water bomb there is nothing to do. The fault lies with clouds militarized and bellicose. They used to say: here comes the bad weather. Now they say: it comes the cyclone Charon, the anticyclone Polyphemus, hurricane Cynthia. All feel inside an epic event, or like waiting for a nosy friend. Close the door firmly, Cynthia arrives. And. please, stop with ideological speculations, be quantitative! When I say that in a place they fell 200 mm of water, that is, as it usually rains in a month in Caracas, I explain mathematically the misfortune of what happened. It is not true that we do not bustle, we have  detection systems at state-of-art and tiring ... you know how much time is lost to collect two hundred millimeters of water with a spoon?
- Climate change is known. Against flooding, illegal buildings, landslides, can't you do prevention?
- Unfortunately we do not have the money for prevention. We need to spend them to repair the damage of what we do not have prevented. If we spent the money for prevention, then we would not have the money to repair the damage -.
- But perhaps preventing there would be not damages ...
- This is a bizarre aspect of the matter, we are studying it. But we do a lot of prevention. For example, in fifty years television weather forecasts increased from three to three thousand a day, and the graphics are much improved. Another example, if homes are built in a geologically hazardous us ...
- Do not allow to build, and move people away -.
- No, we can not intervene, it would take the army. But we immediately say that they are abusive. Then we condone them. Indeed, from now on we think of condone them even before they build illegally. It's not a great idea?
- You think in a strange way. And the flooding?
- We were not ready. Once the rivers "came out of the bed," "inundated", "overflowed", "overrun". But now do a new thing "esondano". We did not expect -.
- C'mon it's the same thing. The Po river "esonda" and floods, but it has already done so many times -.
- Of course, the Po can do it, it is a great river. But now any creek or channel feels entitled to overflows. We can not check them all, it seems that they do it on purpose -.
- And the banks? The work of containment? Reforestation?
- You see, if I have to build Milan Expo or ghost palaces at La Maddalena, I have no obstacles, large contracts must be shipped quickly and, with a little of bribes, everything speeds up. But every time there is a contract for a levee, for a consolidation effort to dredge a river, firms in competition sue, they appeal to the TAR, everything is delayed. It is not our fault. We should entrust the hydrogeological hazard prevention to a pool (in English in the original), or to the mafia or to FIAT, and then things would go quick. But they do not let you do it-.
- So in the future will be even worse?
- It depends on how we see the situation. We are preparing a new approach to scientific and media. First we created the event ω, omega event -.
- What is it?
- The event ω - omega is a type of occurrence very rare and unpredictable. For example, the rain of Genoa, a clash between comets, an internet connection to work properly, a soccer arbitrage without controversy. These exceptional events we can deal with only one way -.
- What's that?
- You see the shape of the omega, what would you remember? We hope in our ass, and above all, we politicians must have a face like an ass -.
- I do not see much of a prevention in it-.
- The government does not have to make prevention. It has already has too much to worry with European banks and shopping sprees in dildos. It is the people who must assume their responsibility with regard to climate change. We have forgotten that Homo sapiens comes from water, that we are born anfibi. We must be ready to return to our natural element. In any Italian house there must be at least a raft or a boat, life jackets for everyone and a wetsuit, ("muta" in Italian, word derived from mutare, "to change") and also snorkel and fins. Stop to complain that the subway is flooded! Dive! This means to be good citizens ...
- But it is years we are waiting for a new Hydro-geological Plan -. 
- And we have many new ideas. Against the otters that eat away the banks, we will introduce into rivers dozens of crocodiles. Bed and breakfast in the craters of volcanoes will be prohibited. The committee for the earthquake's risk will be replaced by a fortune-teller. Homes where there will be only the fifth floor will be built to prevent flooding. To avoid complaints about delays of the trains, schedules in the stations will be written in Chinese. But above all, from now on, all over the country applies the fuchsia code, which means that we are always in an emergency. If you go by car, on foot, by bike, fuck you. You were warned. - So you think Italians will have to get used to the disasters? - Yes, they will have to happily live them, because they are the unavoidable future. Farewell Mediterranean climate, we have entered the climate Omega. Excuse me, but call me on the phone -. 
- Dr. Unavoidable, is your secretary. They say that the road is flooded and your car was swept away ... 
- How? But it's a scandal! What has happened? 
- Excuse me, but have fallen 132 millimeters of rain has flooded the garage as usual and culverts are clogged -. 
- That's enough with this bullshit of millimeters of rain !. Where are the firemen? The culverts clogged, what a scandal! My new Mercedes. What does the government? 
- Excuse me doctor, but the government is you, and just told us that we need to adapt to climate omega -. 
- Who gives a damn, the car is mine. Where are my fishing boots and the duck-life- jacket ? But in that shitty country we live in? And as for omega event, you know what?
 - I can imagine ... thanks for the interview, Dr. Unavoidable.

Stefano Benni
and if you want some statistics on hydrological and geological hazards in Italy, see the report from IRPI here

giovedì 20 novembre 2014

Genova. Dirigente dice no al cemento in area di esondazione. Trasferita

Nicoletta Faraldi, dirigente di Regione Liguria, denuncia di essere stata trasferita dal settore Valutazione impatto ambientale all'ufficio Sanità animale "su proposta di Burlando". Due settimane prima ha bocciato il progetto per una Coop da costruire in Val Bisagno



Il 21 ottobre boccia il progetto per un centro commerciale delle Coop con annesso grattacielo da 35 piani da costruire a due passi dal Bisagno. Il 6 novembre la Giunta della Regione Liguria, su proposta di Claudio Burlando, la trasferisce all’ufficio che si occupa di cani e gatti. Protagonista della storia è Nicoletta Faraldi, 62 anni, dirigente della Regione Liguria. I suoi colleghi la definiscono così: “Una donna tutta d’un pezzo”, “Il rigore fatto persona”. Faraldi racconta: “Sono in Regione dal 1981, mai avuto problemi. Amavo il mio lavoro, finché si basava sulle leggi, sulla tecnica. Ma poi…”. Poi sono cominciati i guai.Sulla scrivania di Faraldi passano carte che valgono decine di milioni: le procedure di Via, Valutazione di impatto ambientale. Un “sì” o un “no” decidono la sorte di operazioni immobiliari enormi. Proprio come è successo nell’ottobre scorso: “Faraldi – spiega la consigliera regionale Raffaella Della Bianca, gruppo misto – doveva dare il suo parere a un megacentro commerciale realizzato da società legate alle Coop. Più l’immancabile area residenziale. Un grattacielo di 35 piani”. La pratica, ha raccontato Libero, giunge sul tavolo di Faraldi nei giorni della prima alluvione genovese del 2014, quella che il 9 ottobre provocò un morto in Val Bisagno. A pochi passi dovrebbe sorgere il centro commerciale nei 4 ettari dell’ex Officina Guglielmetti.


Faraldi esordisce: “È stato acquisito il parere della struttura regionale Assetto del territorio che, nel confermare gli aspetti di criticità idrogeologica nell’area di interesse, insistendo il progetto in area caratterizzata… da suscettività al dissesto elevata e da pericolosità idraulica elevata…”. Quindi le conclusioni: “Si dichiara inammissibile la variante relativa al centro funzionale in esame”. 

Addio centro commerciale, addio grattacielo. Sono in una zona a rischio.

 E comincia la guerra. All’una di notte del 31 ottobre, dieci giorni dopo la bocciatura, Faraldi riceve una email da Gian Poggi. Ne abbiamo già parlato: è il braccio destro cui Burlando affida le questioni delicate in materia di cemento. L’uomo (finora non indagato) che, secondo i pm, avrebbe avuto contatti con gli imprenditori arrestati per aver pagato mazzette e prostitute a dirigenti pubblici per ottenere 10 milioni di appalti post alluvione.

I toni del messaggio di Poggi sono sprezzanti: “Anziché porvi in un rapporto di collaborazione con il nostro ufficio, continuate a giudicare senza mai interloquire… e a svolgere imperterriti i vostri rituali, francamente di scarsa o nulla utilità. Preso atto della assoluta refrattarietà alla collaborazione, annuncio che sono stufo di questo andazzo… vi guarderò andare alla deriva… a sollecitarvi ci penseranno i diretti interessati”. A chi allude Poggi parlando di intervento dei “diretti interessati”? Non basta. L’email di Poggi contiene una definizione folgorante di come il centrosinistra ligure percepisce l’ambiente: “Il settore edilizio è morto, in gran parte in conseguenza delle politiche ambientali nazionali e regionali (ma forse è più opportuno definirle vessazioni)”. Testuale. Sei giorni dopo quel messaggio notturno, ecco che la giunta regionale, “su proposta di Burlando”… “ritiene di adottare immediatamente” una deliberazione che trasferisce Faraldi.

Addio all’ufficio Via, dove blocca i progetti, andrà a occuparsi di “Sicurezza alimentare e sanità animale”. Della Bianca nota: “È incredibile, non c’erano posti da dirigenti liberi e pare ne abbiano creato uno apposta”. Fino alla ciliegina sulla torta. Il giorno dopo aver appreso del proprio trasferimento, Faraldi riceve una lettera dell’assessore alle Infrastrutture, Renzo Guccinelli. Che dice: “È assolutamente falso che la sua sostituzione sia imputabile a una mia decisione… e che avrei agito a seguito di un parere su una pratica”. Qualcuno in Regione parla di excusatio non petita. Una cosa è certa: ora Faraldi non romperà più le scatole a progetti che stanno a cuore a molti. Come l’Aurelia bis di Savona o il depuratore sul fiume Entella. Un colosso da 80 milioni da realizzare dove una settimana fa il fiume è esondato. In Regione tanti vogliono che si faccia. Come il centro commerciale della Coop sul Bisagno.

Da Il Fatto Quotidiano del 20 novembre 2014


 Officine Guglielmetti

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11/20/genova-detto-cemento-area-post-alluvione-spostata-ufficio-animali/1223159/

Alluvione Genova: già si sapeva ...


Riporto alcune recentissime e meno recenti esternazioni sul tema del dissesto idrogeologico e protezione dalle piene fluviali.

Erasmo de Angelis "Adesso si volta pagina e tutti dobbiamo considerare finalmente la prevenzione come priorità per il Paese” (20.11.2014)  link 

Renzi:  "20 anni di politiche territoriali sbagliate" link  (16.11.2014)

Il capo della missione #italiasicura voluta dall’esecutivo contro il dissesto idrogeologico: “Serve un piano di prevenzione per il Paese” (16.11.2014)  link 

Ci si dimentica che un piano di prevenzione, che indica proprio quali scelte territoriali si siano dimostrate errate, c'è già.
Si chiama PAI (piano dell'assetto idrogeologico), aggiornato con le mappe della "direttiva alluvioni"  che, come tutti i Paesi mebri della UE, sono state redatte anche sul territrio Italiano.

Ci si dimentica che le mappe sono consultabili da CHIUNQUE, dotato di interesse, senso di previsione e senso civico, responsabilità.

L'Amministrazione Regionale della Liguria è dotata di un portale cartografico  (qui) a cui chiunque può accedere e verificare quali siano le aree a rischio di esondazione sul territorio. (vedere anche http://www.regione.liguria.it/argomenti/territorio-ambiente-e-infrastrutture/protezione-civile/carte-della-criticita-.html)

Le mappe sono consultabili da chiunque. Da chiunque, anche un bambino può consultarle.Basta un PC, anzi no, un tablet, un Iphone, uno smartphone.

Le mappe sono state pubblicate al dicembre 2013. Un anno fa....

Le mappe sono il frutto delle migliori conoscenze nel campo del dissesto idrogeologico.  Sono facili da capire, facili da consultare, facili da diffondere.   

Soprattutto ci invitano a pensare che sulla previsione, prevenzione, conoscenza si è fatto già molto. E' il tempo di agire, magari anche con misure meno popolari, magari con più decisione.

Sono mappe che parlano da sole. Consultatele.


Mappa delle esondazioni sul territorio di Genova. - Particolare (2013)




Dal sito della Regione Liguria.
(...)
La Carta delle criticità è uno strumento adottato dalla Protezione civile per segnalare ai comuni e al cittadino le situazioni di rischio potenziale note alla Regione Liguria. Nella nuova carta, adottata con dgr n.746 del 9 luglio 2007, sono state aggiornate tutte le informazioni fornite da diversi uffici regionali ed è composta dalla sovrapposizione dei seguenti livelli:
  • aree a pericolosità di frana
  • fasce inondabili dei piani di bacino
  • classi di sismicità ai sensi dell'ordinanza n.3274/03
  • dighe e invasi
  • siti industriali a rischio di incidente rilevante ai sensi del decreto legge 334/99 e sito Acna
  • zone soggette a valanga
È possibile consultare la Carta delle criticità della Protezione civile in scala 1:25000 approvata con la dgr 746/2007 attraverso il visualizzatore cartografico predisposto dalla Regione Liguria.
(...)

 

 

Perchè si traccheggia sulle polizze contro le catastrofi


Terremoti e catastrofi naturali, perché si traccheggia sulle polizze obbligatorie

FOnte: http://www.formiche.net/2013/12/01/calamita-naturali-assicurazioni-terremoti/
Terremoti e catastrofi naturali, perché si traccheggia sulle polizze obbligatorie
Mentre il presidente del Consiglio Enrico Letta e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni inventano nuove tasse per trovare i soldi necessari al recupero dell’ormai soppressa Imu, e in Sardegna si fatica a tornare alla normalità dopo l’alluvione che l’ha colpita la settimana scorsa, riemerge tra gli addetti ai lavori l’idea di risolvere la problematica dei disastri ambientali con un meccanismo assicurativo.
LA PROPOSTA
Dalla riforma della Protezione civile in poi, varata lo scorso anno dal governo di Mario Monti, lo Stato in caso di terremoto, alluvione, o altra catastrofe naturale, non pagherà più i danni ai cittadini, lasciandoli però liberi di tutelarsi oppure no. Un disegno di legge presentato al Senato propone come alternativa l’istituzione di un’assicurazione obbligatoria degli edifici contro i rischi derivanti da calamità naturali, nonché di un fondo per la sicurezza e l’efficienza energetica degli edifici. In realtà il meccanismo sarebbe nuovo solo per l’Italia mentre già vige in molti altri paesi europei fino a riguardare anche la Turchia e il Giappone. Nonostante la proposta nel nostro Paese circoli da tempo tra gli addetti ai lavori (le prime proposte arrivarono nel 1995) mai nessun governo ha mai dato seguito al progetto. Lo sforzo da parte dei promotori, individuabili tra coloro che non attribuiscono allo Stato il compito di mettere in sicurezza il Paese, è quello di promuoverla come qualcosa di altro rispetto alle tasse che gravano sulle abitazioni.
IL CANDIDATO IDEALE
I dati idrogeologici sono preoccupanti: l’80% del territorio italiano è a rischio calamità naturali, oltre il 50% degli abitanti vive in territori a rischio e i danni economici sono ingenti: 15 miliardi di euro annui.
Antonio Coviello, ricercatore dell’Istituto di ricerche sulle attività terziarie (Irat) del Cnr e autore del libro “Calamità naturali e coperture assicurative”, in una conversazione con Formiche.net descrive il settore assicurativo come il candidato principale per la gestione dei rischi cui sono esposte le famiglie e le imprese, e per la liquidazione dei danni.
PERCHÉ È INDISPENSABILE
Coviello spiega perché solo il comparto assicurativo può reggere di fronte a eventi naturali: “Oggi lo Stato non è più in grado di far fronte a queste emergenze mentre in passato i fondi elargiti a favore delle popolazioni colpite (vedi il terremoto in Irpinia) sono stati lapidati”.
I COSTI
“Uno strumento formidabile a fronte di un piccolo premio”, è il giudizio del ricercatore nei confronti della possibilità di stipulare una polizza per tutelare la propria abitazione. Secondo i dati pubblicati dall’Ania, Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, assicurare la propria casa avrebbe infatti un costo sostenibile che oscilla tra i 100 e i 200 euro l’anno.
IL FUNZIONAMENTO
Coviello auspica l’introduzione di un sistema misto pubblico-privato che in caso di eventi catastrofici preveda vari passaggi: una piccola parte a carico dell’assicurato, che quindi oltre al premio si fa carico di una franchigia, il resto – la gran parte del danno – agli assicuratori. Allo Stato rimarrebbe l’eventuale eccedenza nel caso di disastri particolarmente gravi. L’ultimo step potrebbe prevedere un contributo da parte della comunità europea.
INCENTIVI VERSUS TASSE
In questo meccanismo Coviello ritiene però indispensabile che lo Stato svolga un’importante funzione di controllo e di vigilanza attraverso un organismo pubblico che vigili sul potere degli assicuratori. Il professore sottolinea che attualmente solo l’1% delle imprese ha stipulato un’assicurazione di questo genere e ne avanza le ragioni: “Sarebbe opportuno che lo Stato defiscalizzasse: per ogni premio pagato al momento finisce nelle sue tasche il 22,55%, tassazione che dovrebbe essere sostituita invece da strumenti per incentivare il ricorso da parte dei cittadini alle polizze”.
PERCHÉ NON SI TRATTEREBBE DI UNA TASSA IN PIÙ
Il ricercatore del Cnr ci tiene a ricordare come in caso di emergenza nazionale sia ormai una prassi consolidata quella di attingere dalle tasche dei contribuenti aggiungendo ad esempio un balzello sui carburanti. A differenza di questi contributi una tantum la polizza personale avrebbe numerosi vantaggi: “Con una presenza privata sarebbero garantiti ad ogni cittadino tempi più brevi e sicurezza di essere risarciti”, dice Coviello. Il meccanismo assicurativo inoltre giocherebbe un ruolo importante di prevenzione: “Avremmo la garanzia di una maggiore sicurezza delle nuove costruzioni in quanto rientrerebbero nel meccanismo del risarcimento solo le abitazioni conformi alle regole”, aggiunge il ricercatore.
UN PROBLEMA DA RISOLVERE
Per sperare che i cittadini sottoscrivano le polizze bisogna però superare la loro sfiducia nei confronti di meccanismi affini: “Senza il ‘mea culpa’ delle assicurazioni sull’Rc Auto nessun cittadino si fiderà del nuovo meccanismo assicurativo”, ammette Coviello.
PERCHÉ NULLA CAMBIERÀ
Vantaggi a parte, Coviello è convinto che nulla cambierà, almeno in questa legislatura caratterizzata da forti contrasti politici: “C’è di mezzo una barca di soldi incontrollabile – dichiara il professore della Seconda Università di Napoli – Ed è proprio per tutelare l’interesse delle lobby che guadagnano dalle emergenze che lo Stato si mostra immobile”.

Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico

Alluvioni, parte il Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico

Oggi a Palazzo Chigi il vertice della task force #italiasicura con i sindaci delle aree metropolitane e i presidenti delle Regioni

FOnte: http://www.edilportale.com/news/2014/11/ambiente/alluvioni-parte-il-piano-nazionale-contro-il-dissesto-idrogeologico_42648_52.html


20/11/2014 - Progetti esecutivi, opere e interventi urgenti, risorse disponibili e un cronoprogramma da rispettare per difendere le aree metropolitane dal rischio di frane o alluvioni.
Alluvioni, parte il Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico

È questo l’ordine del giorno del vertice che si terrà oggi alle 12.00 a Palazzo Chigi tra la Struttura di missione #italiasicura e i presidenti delle Regioni e delle Autorità di Bacino e i Sindaci delle città metropolitane di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bari, Firenze, Bologna, Genova, Reggio Calabria, Cagliari, Palermo, Messina e Catania.

“Quello che sta accadendo - ha detto Erasmo D’Angelis, capo della task force #italiasicura - dimostra che i livelli di esposizione al rischio sono tali che non consentono più a nessuno di perdere tempo, sottovalutare e continuare ad abusare del territorio devastando aste fluviali e aumentando i pericoli. Adesso si volta pagina e tutti dobbiamo considerare finalmente la prevenzione come priorità per il Paese”.

Insieme al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e al Presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino, sarà analizzato lo stato di rischio delle aree metropolitane e verrà presentato il primo stralcio del nuovo Piano Nazionale 2014-2020 contro il dissesto idrogeologico.

Il Piano conta su quasi 9 miliardi di euro: 5 provenienti dai fondi di sviluppo e coesione, 2 dal cofinanziamento delle Regioni o dai fondi europei a disposizione delle Regioni, e 2 miliardi recuperati dai fondi per la messa in sicurezza e non ancora spesi.

Le risorse serviranno ad aprire 654 cantieri entro il 2014, per un totale di 807 milioni di euro, e altri 659 nei primi mesi del 2015, per un valore di 1 miliardo e 96 milioni di euro. Sono invece 1.732 i cantieri già aperti, per un valore di 1,6 miliardi di euro.

Il Piano, la cui attuazione richiederà almeno sei anni, partirà dalle aree metropolitane, nelle quali vivono milioni di persone. Il Governo ha chiesto ai presidenti di Regione di predisporre, entro il 4 dicembre 2014, un elenco di opere urgenti da considerare come prioritarie nel Piano di prevenzione.

Maltempo, Delrio: "Faremo un grande piano nazionale" - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Delrio-a-Genova-Agire-sulle-emergenze-mai-piu-opere-bloccate-per-contenziosi-90fda545-cd6a-4de3-a4e1-0d363bd46bd7.html?refresh_ce#sthash.WL6ONGBV.dpuf