giovedì 11 dicembre 2014

Se Messina costruisce palazzi nei due torrenti delle frane

Al lavoro contro frane e alluvioni
Fonte: http://italiasicura.governo.it/site/home/news/articolo206.html

Silurato il tecnico antiabusi, la cementificazione è già ripartita
Messina sfida ancora le frane di Gian Antonio Stella - Corriere della Sera


Alla prossima frana, non osino chiedere aiuto allo Stato. Alla prossima frana, non osino strillare davanti alle telecamere. Non osino invocare risarcimenti per i danni. Perché lo sanno tutti, a Messina, che è da pazzi costruire nei letti dei torrenti Trapani e Boccetta. Eppure, appena rimosso il funzionario che si opponeva, sono ripartiti i cantieri. Come se tante tragedie non fossero mai avvenute.

È una pazzia doppia, quella di Messina. Perché i numeri dell'anagrafe dicono che la città, a dispetto di piani di sviluppo megalomani che prevedevano una metropoli di mezzo milione di persone, perde abitanti. Ne aveva, nel 1981, oltre 260 mila. Ne ha, oggi, quasi 20 mila in meno. Ed è tappezzata di cartelli: «vendesi», «affittasi». Al punto che Lucio D'Amico sulla Gazzetta dei Sud, parlando dei nuovi cantieri, scrive che «i costruttori tireranno un sospiro di sollievo, ma poi dovrebbero spiegare a chi venderanno». Analisi certificata dall'Osservatorio immobiliare 2014 di Nomisma. Che parla di crollo nelle compravendite sullo Stretto, tra il 2012 e 2013, del 47%.

A maggior ragione, in questo contesto, è impossibile comprendere l'altra pazzia, quella di costruire in zone ad alto rischio. Sono anni, ad esempio, che il canalone lungo il quale scende il torrente Trapani viene additato come un'area pericolosa. E anni che continuano a tirar su condomini: «Quel che sta accadendo nella parte alta del torrente Trapani è rabbrividente», scriveva nel 2010 Francesco Celi, precisando che probabilmente sulla carta era tutto in regola («speciosa ma doverosa puntualizzazione») nonostante la collina «sulla quale sta sorgendo una palazzina, l'ennesima palazzina, palesa su un fianco cinque ferite, squarci provocati da movimenti franosi».

Erano previsti due centri commerciali e vari caseggiati per ospitare oltre tremila abitanti, lungo il Trapani. Tutto bloccato dall'ingegner Gaetano Sciacca, l'allora capo del Genio civile, inviso ai costruttori perché, in base a una sentenza della Cassazione sulla priorità della sicurezza, si era messo di traverso a una leggina varata da Totò Cuffaro che consentiva d'aprire i cantieri un istante dopo il deposito del progetto senza che alcuno potesse stopparlo.

E se l'edificio fosse stato tirato su nel disprezzo di ogni vincolo antisismico o idrogeologico? Amen: si poteva sempre abbatterlo, dopo. Anche se storicamente gli abbattimenti in Sicilia sono più rari dei fichi d'India in Alaska? Domanda impertinente: uffa, i soliti nemici dello sviluppo!
Fatto sta che, tolto di mezzo poche settimane fa lo scomodo funzionario che mentre metteva in sicurezza i luoghi delle frane del 2009 aveva bloccato decine di lottizzazioni pericolose («costruiscono ville sul mare o in località a rischio e poi pretendono opere pubbliche a difesa dell'indifendibile»), tutto è ricominciato come prima. Quando tutti facevano quel che gli pareva.
Un esempio dell'anarchia tollerata da una classe dirigente di imbarazzante mediocrità? Il procuratore Guido Lo Forte è arrivato a sequestrare un cantiere proprio a Boccetta dove le ruspe del costruttore, per passare più comodamente sotto con i camion, avevano demolito una parte dei pilastri di sostegno dello svincolo stradale. E se il viadotto fosse crollato? Uffa, i soliti menagramo!

Ed ecco che sulla Gazzetta, proprio come temevano Anna Giordano del Wwf e gli ambientalisti che avevano inutilmente chiesto al governatore Rosario Crocetta di non toccare il Genio civile, si tornano a leggere cronache cosi: «Stanno sbancando di nuovo la collina del Boccetta. Pensavamo che la folle rincorsa alla cementificazione si fosse fermata, o, quanto meno, non fosse più consentita in alcuni luoghi, dove dovrebbe essere vietato ogni genere di edificazione. E invece un altro cantiere è stato aperto, le ruspe stanno spianando...».

Il «Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico» della Regione Siciliana del 2008 ospita una raffica di fotografie impressionanti: frane, frane, frane, frane... E pari, per il solo comune di Messina solcato da 52 fiumare per la metà intubate, a 406 problemi idrogeologici per un totale di quasi 468 ettari colpiti da crolli, «frane complesse», «colamenti rapidi», «dissesti dovuti a erosione accelerata»...
Eppure, nonostante il rapporto Ispra 2008, richiamandosi al disastroso terremoto del 1908, denunciasse che «l'intensa urbanizzazione rende concreta la possibilità che una nuova calamità possa essere ancora più disastrosa di quella di cento anni fa», continuano a cementificare, cementìficare, cementificare...

martedì 2 dicembre 2014

facebook "Memoria storica dei dissesti" (F. Luino - responsabile sede di Torino del CNR-IRPI)



Un gruppo su facebook qualificato e seguito può avere più effetto di un articolo di stampa su una roboante testata giornalistica.

Soprattutto le immagini, quando parlano da sole, possono sortire più effetti di lunghe discussioni. 

La riedizione di "Verba movent, imagines trahunt"

Da seguire.


 (Immagine tratta da: facebook "Memoria storica dei dissesti" (F. Luino - responsabile sede di Torino  del CNR-IRPI)"

mercoledì 26 novembre 2014

Dott. Inevitabile (dopo le recenti alluvioni) - S.Benni

At the Disasters' School of Dr. Unavoidable (after the recent flooding in Italy) - by Stefano Benni

Fonte:
http://abouthydrology.blogspot.it/2014/11/a-scuola-di-catastrofi-dal-dott.html

( I am sorry for the bad English, but here it is the satyric article by Stefano Benni)

About the latest climate catastrophes of our country, we interviewed an expert little known, but which plays an important role. Is Dr. Unavoidable, responsible  of UTMA, Ufficio Tutela Mutamento Ambientale (Protection Bureau against Environmental Change). 
- Dr. Unavoidable, first let us define the role of your office. That is clearly to protect the soil and Italian citizens against climate disasters -. 
- No, I correct. Our office is responsible for protecting and maintaining the situation of environmental destruction, preventing solutions that would create costly and utopian expectations -. 
- Excuse me, but why? 
- For many reasons. First, because the environmental change requires adaptation, and as long as the Italian people do not get used to  collapses,  flooding and landslides they will always be scared and insecure. And because the climate disaster is unavoidable, it becomes necessary a new culture, which is that the inevitability -.
 -Do some examples ...


- Our office is looking for new forms of communication to help the Italians to accept that climate change with patience. For example, we coined the term "water bomb". It is obvious that against the old showers once you could do something, but against a water bomb there is nothing to do. The fault lies with clouds militarized and bellicose. They used to say: here comes the bad weather. Now they say: it comes the cyclone Charon, the anticyclone Polyphemus, hurricane Cynthia. All feel inside an epic event, or like waiting for a nosy friend. Close the door firmly, Cynthia arrives. And. please, stop with ideological speculations, be quantitative! When I say that in a place they fell 200 mm of water, that is, as it usually rains in a month in Caracas, I explain mathematically the misfortune of what happened. It is not true that we do not bustle, we have  detection systems at state-of-art and tiring ... you know how much time is lost to collect two hundred millimeters of water with a spoon?
- Climate change is known. Against flooding, illegal buildings, landslides, can't you do prevention?
- Unfortunately we do not have the money for prevention. We need to spend them to repair the damage of what we do not have prevented. If we spent the money for prevention, then we would not have the money to repair the damage -.
- But perhaps preventing there would be not damages ...
- This is a bizarre aspect of the matter, we are studying it. But we do a lot of prevention. For example, in fifty years television weather forecasts increased from three to three thousand a day, and the graphics are much improved. Another example, if homes are built in a geologically hazardous us ...
- Do not allow to build, and move people away -.
- No, we can not intervene, it would take the army. But we immediately say that they are abusive. Then we condone them. Indeed, from now on we think of condone them even before they build illegally. It's not a great idea?
- You think in a strange way. And the flooding?
- We were not ready. Once the rivers "came out of the bed," "inundated", "overflowed", "overrun". But now do a new thing "esondano". We did not expect -.
- C'mon it's the same thing. The Po river "esonda" and floods, but it has already done so many times -.
- Of course, the Po can do it, it is a great river. But now any creek or channel feels entitled to overflows. We can not check them all, it seems that they do it on purpose -.
- And the banks? The work of containment? Reforestation?
- You see, if I have to build Milan Expo or ghost palaces at La Maddalena, I have no obstacles, large contracts must be shipped quickly and, with a little of bribes, everything speeds up. But every time there is a contract for a levee, for a consolidation effort to dredge a river, firms in competition sue, they appeal to the TAR, everything is delayed. It is not our fault. We should entrust the hydrogeological hazard prevention to a pool (in English in the original), or to the mafia or to FIAT, and then things would go quick. But they do not let you do it-.
- So in the future will be even worse?
- It depends on how we see the situation. We are preparing a new approach to scientific and media. First we created the event ω, omega event -.
- What is it?
- The event ω - omega is a type of occurrence very rare and unpredictable. For example, the rain of Genoa, a clash between comets, an internet connection to work properly, a soccer arbitrage without controversy. These exceptional events we can deal with only one way -.
- What's that?
- You see the shape of the omega, what would you remember? We hope in our ass, and above all, we politicians must have a face like an ass -.
- I do not see much of a prevention in it-.
- The government does not have to make prevention. It has already has too much to worry with European banks and shopping sprees in dildos. It is the people who must assume their responsibility with regard to climate change. We have forgotten that Homo sapiens comes from water, that we are born anfibi. We must be ready to return to our natural element. In any Italian house there must be at least a raft or a boat, life jackets for everyone and a wetsuit, ("muta" in Italian, word derived from mutare, "to change") and also snorkel and fins. Stop to complain that the subway is flooded! Dive! This means to be good citizens ...
- But it is years we are waiting for a new Hydro-geological Plan -. 
- And we have many new ideas. Against the otters that eat away the banks, we will introduce into rivers dozens of crocodiles. Bed and breakfast in the craters of volcanoes will be prohibited. The committee for the earthquake's risk will be replaced by a fortune-teller. Homes where there will be only the fifth floor will be built to prevent flooding. To avoid complaints about delays of the trains, schedules in the stations will be written in Chinese. But above all, from now on, all over the country applies the fuchsia code, which means that we are always in an emergency. If you go by car, on foot, by bike, fuck you. You were warned. - So you think Italians will have to get used to the disasters? - Yes, they will have to happily live them, because they are the unavoidable future. Farewell Mediterranean climate, we have entered the climate Omega. Excuse me, but call me on the phone -. 
- Dr. Unavoidable, is your secretary. They say that the road is flooded and your car was swept away ... 
- How? But it's a scandal! What has happened? 
- Excuse me, but have fallen 132 millimeters of rain has flooded the garage as usual and culverts are clogged -. 
- That's enough with this bullshit of millimeters of rain !. Where are the firemen? The culverts clogged, what a scandal! My new Mercedes. What does the government? 
- Excuse me doctor, but the government is you, and just told us that we need to adapt to climate omega -. 
- Who gives a damn, the car is mine. Where are my fishing boots and the duck-life- jacket ? But in that shitty country we live in? And as for omega event, you know what?
 - I can imagine ... thanks for the interview, Dr. Unavoidable.

Stefano Benni
and if you want some statistics on hydrological and geological hazards in Italy, see the report from IRPI here

giovedì 20 novembre 2014

Genova. Dirigente dice no al cemento in area di esondazione. Trasferita

Nicoletta Faraldi, dirigente di Regione Liguria, denuncia di essere stata trasferita dal settore Valutazione impatto ambientale all'ufficio Sanità animale "su proposta di Burlando". Due settimane prima ha bocciato il progetto per una Coop da costruire in Val Bisagno



Il 21 ottobre boccia il progetto per un centro commerciale delle Coop con annesso grattacielo da 35 piani da costruire a due passi dal Bisagno. Il 6 novembre la Giunta della Regione Liguria, su proposta di Claudio Burlando, la trasferisce all’ufficio che si occupa di cani e gatti. Protagonista della storia è Nicoletta Faraldi, 62 anni, dirigente della Regione Liguria. I suoi colleghi la definiscono così: “Una donna tutta d’un pezzo”, “Il rigore fatto persona”. Faraldi racconta: “Sono in Regione dal 1981, mai avuto problemi. Amavo il mio lavoro, finché si basava sulle leggi, sulla tecnica. Ma poi…”. Poi sono cominciati i guai.Sulla scrivania di Faraldi passano carte che valgono decine di milioni: le procedure di Via, Valutazione di impatto ambientale. Un “sì” o un “no” decidono la sorte di operazioni immobiliari enormi. Proprio come è successo nell’ottobre scorso: “Faraldi – spiega la consigliera regionale Raffaella Della Bianca, gruppo misto – doveva dare il suo parere a un megacentro commerciale realizzato da società legate alle Coop. Più l’immancabile area residenziale. Un grattacielo di 35 piani”. La pratica, ha raccontato Libero, giunge sul tavolo di Faraldi nei giorni della prima alluvione genovese del 2014, quella che il 9 ottobre provocò un morto in Val Bisagno. A pochi passi dovrebbe sorgere il centro commerciale nei 4 ettari dell’ex Officina Guglielmetti.


Faraldi esordisce: “È stato acquisito il parere della struttura regionale Assetto del territorio che, nel confermare gli aspetti di criticità idrogeologica nell’area di interesse, insistendo il progetto in area caratterizzata… da suscettività al dissesto elevata e da pericolosità idraulica elevata…”. Quindi le conclusioni: “Si dichiara inammissibile la variante relativa al centro funzionale in esame”. 

Addio centro commerciale, addio grattacielo. Sono in una zona a rischio.

 E comincia la guerra. All’una di notte del 31 ottobre, dieci giorni dopo la bocciatura, Faraldi riceve una email da Gian Poggi. Ne abbiamo già parlato: è il braccio destro cui Burlando affida le questioni delicate in materia di cemento. L’uomo (finora non indagato) che, secondo i pm, avrebbe avuto contatti con gli imprenditori arrestati per aver pagato mazzette e prostitute a dirigenti pubblici per ottenere 10 milioni di appalti post alluvione.

I toni del messaggio di Poggi sono sprezzanti: “Anziché porvi in un rapporto di collaborazione con il nostro ufficio, continuate a giudicare senza mai interloquire… e a svolgere imperterriti i vostri rituali, francamente di scarsa o nulla utilità. Preso atto della assoluta refrattarietà alla collaborazione, annuncio che sono stufo di questo andazzo… vi guarderò andare alla deriva… a sollecitarvi ci penseranno i diretti interessati”. A chi allude Poggi parlando di intervento dei “diretti interessati”? Non basta. L’email di Poggi contiene una definizione folgorante di come il centrosinistra ligure percepisce l’ambiente: “Il settore edilizio è morto, in gran parte in conseguenza delle politiche ambientali nazionali e regionali (ma forse è più opportuno definirle vessazioni)”. Testuale. Sei giorni dopo quel messaggio notturno, ecco che la giunta regionale, “su proposta di Burlando”… “ritiene di adottare immediatamente” una deliberazione che trasferisce Faraldi.

Addio all’ufficio Via, dove blocca i progetti, andrà a occuparsi di “Sicurezza alimentare e sanità animale”. Della Bianca nota: “È incredibile, non c’erano posti da dirigenti liberi e pare ne abbiano creato uno apposta”. Fino alla ciliegina sulla torta. Il giorno dopo aver appreso del proprio trasferimento, Faraldi riceve una lettera dell’assessore alle Infrastrutture, Renzo Guccinelli. Che dice: “È assolutamente falso che la sua sostituzione sia imputabile a una mia decisione… e che avrei agito a seguito di un parere su una pratica”. Qualcuno in Regione parla di excusatio non petita. Una cosa è certa: ora Faraldi non romperà più le scatole a progetti che stanno a cuore a molti. Come l’Aurelia bis di Savona o il depuratore sul fiume Entella. Un colosso da 80 milioni da realizzare dove una settimana fa il fiume è esondato. In Regione tanti vogliono che si faccia. Come il centro commerciale della Coop sul Bisagno.

Da Il Fatto Quotidiano del 20 novembre 2014


 Officine Guglielmetti

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11/20/genova-detto-cemento-area-post-alluvione-spostata-ufficio-animali/1223159/

Alluvione Genova: già si sapeva ...


Riporto alcune recentissime e meno recenti esternazioni sul tema del dissesto idrogeologico e protezione dalle piene fluviali.

Erasmo de Angelis "Adesso si volta pagina e tutti dobbiamo considerare finalmente la prevenzione come priorità per il Paese” (20.11.2014)  link 

Renzi:  "20 anni di politiche territoriali sbagliate" link  (16.11.2014)

Il capo della missione #italiasicura voluta dall’esecutivo contro il dissesto idrogeologico: “Serve un piano di prevenzione per il Paese” (16.11.2014)  link 

Ci si dimentica che un piano di prevenzione, che indica proprio quali scelte territoriali si siano dimostrate errate, c'è già.
Si chiama PAI (piano dell'assetto idrogeologico), aggiornato con le mappe della "direttiva alluvioni"  che, come tutti i Paesi mebri della UE, sono state redatte anche sul territrio Italiano.

Ci si dimentica che le mappe sono consultabili da CHIUNQUE, dotato di interesse, senso di previsione e senso civico, responsabilità.

L'Amministrazione Regionale della Liguria è dotata di un portale cartografico  (qui) a cui chiunque può accedere e verificare quali siano le aree a rischio di esondazione sul territorio. (vedere anche http://www.regione.liguria.it/argomenti/territorio-ambiente-e-infrastrutture/protezione-civile/carte-della-criticita-.html)

Le mappe sono consultabili da chiunque. Da chiunque, anche un bambino può consultarle.Basta un PC, anzi no, un tablet, un Iphone, uno smartphone.

Le mappe sono state pubblicate al dicembre 2013. Un anno fa....

Le mappe sono il frutto delle migliori conoscenze nel campo del dissesto idrogeologico.  Sono facili da capire, facili da consultare, facili da diffondere.   

Soprattutto ci invitano a pensare che sulla previsione, prevenzione, conoscenza si è fatto già molto. E' il tempo di agire, magari anche con misure meno popolari, magari con più decisione.

Sono mappe che parlano da sole. Consultatele.


Mappa delle esondazioni sul territorio di Genova. - Particolare (2013)




Dal sito della Regione Liguria.
(...)
La Carta delle criticità è uno strumento adottato dalla Protezione civile per segnalare ai comuni e al cittadino le situazioni di rischio potenziale note alla Regione Liguria. Nella nuova carta, adottata con dgr n.746 del 9 luglio 2007, sono state aggiornate tutte le informazioni fornite da diversi uffici regionali ed è composta dalla sovrapposizione dei seguenti livelli:
  • aree a pericolosità di frana
  • fasce inondabili dei piani di bacino
  • classi di sismicità ai sensi dell'ordinanza n.3274/03
  • dighe e invasi
  • siti industriali a rischio di incidente rilevante ai sensi del decreto legge 334/99 e sito Acna
  • zone soggette a valanga
È possibile consultare la Carta delle criticità della Protezione civile in scala 1:25000 approvata con la dgr 746/2007 attraverso il visualizzatore cartografico predisposto dalla Regione Liguria.
(...)

 

 

Perchè si traccheggia sulle polizze contro le catastrofi


Terremoti e catastrofi naturali, perché si traccheggia sulle polizze obbligatorie

FOnte: http://www.formiche.net/2013/12/01/calamita-naturali-assicurazioni-terremoti/
Terremoti e catastrofi naturali, perché si traccheggia sulle polizze obbligatorie
Mentre il presidente del Consiglio Enrico Letta e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni inventano nuove tasse per trovare i soldi necessari al recupero dell’ormai soppressa Imu, e in Sardegna si fatica a tornare alla normalità dopo l’alluvione che l’ha colpita la settimana scorsa, riemerge tra gli addetti ai lavori l’idea di risolvere la problematica dei disastri ambientali con un meccanismo assicurativo.
LA PROPOSTA
Dalla riforma della Protezione civile in poi, varata lo scorso anno dal governo di Mario Monti, lo Stato in caso di terremoto, alluvione, o altra catastrofe naturale, non pagherà più i danni ai cittadini, lasciandoli però liberi di tutelarsi oppure no. Un disegno di legge presentato al Senato propone come alternativa l’istituzione di un’assicurazione obbligatoria degli edifici contro i rischi derivanti da calamità naturali, nonché di un fondo per la sicurezza e l’efficienza energetica degli edifici. In realtà il meccanismo sarebbe nuovo solo per l’Italia mentre già vige in molti altri paesi europei fino a riguardare anche la Turchia e il Giappone. Nonostante la proposta nel nostro Paese circoli da tempo tra gli addetti ai lavori (le prime proposte arrivarono nel 1995) mai nessun governo ha mai dato seguito al progetto. Lo sforzo da parte dei promotori, individuabili tra coloro che non attribuiscono allo Stato il compito di mettere in sicurezza il Paese, è quello di promuoverla come qualcosa di altro rispetto alle tasse che gravano sulle abitazioni.
IL CANDIDATO IDEALE
I dati idrogeologici sono preoccupanti: l’80% del territorio italiano è a rischio calamità naturali, oltre il 50% degli abitanti vive in territori a rischio e i danni economici sono ingenti: 15 miliardi di euro annui.
Antonio Coviello, ricercatore dell’Istituto di ricerche sulle attività terziarie (Irat) del Cnr e autore del libro “Calamità naturali e coperture assicurative”, in una conversazione con Formiche.net descrive il settore assicurativo come il candidato principale per la gestione dei rischi cui sono esposte le famiglie e le imprese, e per la liquidazione dei danni.
PERCHÉ È INDISPENSABILE
Coviello spiega perché solo il comparto assicurativo può reggere di fronte a eventi naturali: “Oggi lo Stato non è più in grado di far fronte a queste emergenze mentre in passato i fondi elargiti a favore delle popolazioni colpite (vedi il terremoto in Irpinia) sono stati lapidati”.
I COSTI
“Uno strumento formidabile a fronte di un piccolo premio”, è il giudizio del ricercatore nei confronti della possibilità di stipulare una polizza per tutelare la propria abitazione. Secondo i dati pubblicati dall’Ania, Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, assicurare la propria casa avrebbe infatti un costo sostenibile che oscilla tra i 100 e i 200 euro l’anno.
IL FUNZIONAMENTO
Coviello auspica l’introduzione di un sistema misto pubblico-privato che in caso di eventi catastrofici preveda vari passaggi: una piccola parte a carico dell’assicurato, che quindi oltre al premio si fa carico di una franchigia, il resto – la gran parte del danno – agli assicuratori. Allo Stato rimarrebbe l’eventuale eccedenza nel caso di disastri particolarmente gravi. L’ultimo step potrebbe prevedere un contributo da parte della comunità europea.
INCENTIVI VERSUS TASSE
In questo meccanismo Coviello ritiene però indispensabile che lo Stato svolga un’importante funzione di controllo e di vigilanza attraverso un organismo pubblico che vigili sul potere degli assicuratori. Il professore sottolinea che attualmente solo l’1% delle imprese ha stipulato un’assicurazione di questo genere e ne avanza le ragioni: “Sarebbe opportuno che lo Stato defiscalizzasse: per ogni premio pagato al momento finisce nelle sue tasche il 22,55%, tassazione che dovrebbe essere sostituita invece da strumenti per incentivare il ricorso da parte dei cittadini alle polizze”.
PERCHÉ NON SI TRATTEREBBE DI UNA TASSA IN PIÙ
Il ricercatore del Cnr ci tiene a ricordare come in caso di emergenza nazionale sia ormai una prassi consolidata quella di attingere dalle tasche dei contribuenti aggiungendo ad esempio un balzello sui carburanti. A differenza di questi contributi una tantum la polizza personale avrebbe numerosi vantaggi: “Con una presenza privata sarebbero garantiti ad ogni cittadino tempi più brevi e sicurezza di essere risarciti”, dice Coviello. Il meccanismo assicurativo inoltre giocherebbe un ruolo importante di prevenzione: “Avremmo la garanzia di una maggiore sicurezza delle nuove costruzioni in quanto rientrerebbero nel meccanismo del risarcimento solo le abitazioni conformi alle regole”, aggiunge il ricercatore.
UN PROBLEMA DA RISOLVERE
Per sperare che i cittadini sottoscrivano le polizze bisogna però superare la loro sfiducia nei confronti di meccanismi affini: “Senza il ‘mea culpa’ delle assicurazioni sull’Rc Auto nessun cittadino si fiderà del nuovo meccanismo assicurativo”, ammette Coviello.
PERCHÉ NULLA CAMBIERÀ
Vantaggi a parte, Coviello è convinto che nulla cambierà, almeno in questa legislatura caratterizzata da forti contrasti politici: “C’è di mezzo una barca di soldi incontrollabile – dichiara il professore della Seconda Università di Napoli – Ed è proprio per tutelare l’interesse delle lobby che guadagnano dalle emergenze che lo Stato si mostra immobile”.

Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico

Alluvioni, parte il Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico

Oggi a Palazzo Chigi il vertice della task force #italiasicura con i sindaci delle aree metropolitane e i presidenti delle Regioni

FOnte: http://www.edilportale.com/news/2014/11/ambiente/alluvioni-parte-il-piano-nazionale-contro-il-dissesto-idrogeologico_42648_52.html


20/11/2014 - Progetti esecutivi, opere e interventi urgenti, risorse disponibili e un cronoprogramma da rispettare per difendere le aree metropolitane dal rischio di frane o alluvioni.
Alluvioni, parte il Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico

È questo l’ordine del giorno del vertice che si terrà oggi alle 12.00 a Palazzo Chigi tra la Struttura di missione #italiasicura e i presidenti delle Regioni e delle Autorità di Bacino e i Sindaci delle città metropolitane di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bari, Firenze, Bologna, Genova, Reggio Calabria, Cagliari, Palermo, Messina e Catania.

“Quello che sta accadendo - ha detto Erasmo D’Angelis, capo della task force #italiasicura - dimostra che i livelli di esposizione al rischio sono tali che non consentono più a nessuno di perdere tempo, sottovalutare e continuare ad abusare del territorio devastando aste fluviali e aumentando i pericoli. Adesso si volta pagina e tutti dobbiamo considerare finalmente la prevenzione come priorità per il Paese”.

Insieme al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e al Presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino, sarà analizzato lo stato di rischio delle aree metropolitane e verrà presentato il primo stralcio del nuovo Piano Nazionale 2014-2020 contro il dissesto idrogeologico.

Il Piano conta su quasi 9 miliardi di euro: 5 provenienti dai fondi di sviluppo e coesione, 2 dal cofinanziamento delle Regioni o dai fondi europei a disposizione delle Regioni, e 2 miliardi recuperati dai fondi per la messa in sicurezza e non ancora spesi.

Le risorse serviranno ad aprire 654 cantieri entro il 2014, per un totale di 807 milioni di euro, e altri 659 nei primi mesi del 2015, per un valore di 1 miliardo e 96 milioni di euro. Sono invece 1.732 i cantieri già aperti, per un valore di 1,6 miliardi di euro.

Il Piano, la cui attuazione richiederà almeno sei anni, partirà dalle aree metropolitane, nelle quali vivono milioni di persone. Il Governo ha chiesto ai presidenti di Regione di predisporre, entro il 4 dicembre 2014, un elenco di opere urgenti da considerare come prioritarie nel Piano di prevenzione.

Maltempo, Delrio: "Faremo un grande piano nazionale" - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Delrio-a-Genova-Agire-sulle-emergenze-mai-piu-opere-bloccate-per-contenziosi-90fda545-cd6a-4de3-a4e1-0d363bd46bd7.html?refresh_ce#sthash.WL6ONGBV.dpuf

Alluvione Genova 9-10 Ottobre 2014




L'alluvione di Genova del 9 e 10 ottobre 2014 e nei giorni seguenti,si è verificata a seguito di forti precipitazioni, 395 mm in 24 ore[1], tra il 9 ottobre e il 10 ottobre in diverse zone di Genova e provincia.
Nel comune Genova sono esondati il torrente Bisagno, Sturla, il rio Fereggiano, Noce, e Torbella. In provincia lo Scrivia, lo Stura, l'Entella e il rio Carpi.[2].
A Genova, le zone interessate sono state:
In provincia di Genova sono stati quarantatre i comuni colpiti, tra cui: Montoggio, Rossiglione, Masone, Campo Ligure, Bogliasco. In provincia di La Spezia quattro comuni.

Eventi

9 ottobre

Nel pomeriggio del 9 ottobre a Chiavari il torrente Entella esonda alla foce, in un'area di sicurezza senza danni. Alle ore 21 a Montoggio, comune in provincia di Genova, il rio Carpi. I danni sono ingenti. A causa degli allagamenti, manca la corrente elettrica, l'acqua raggiunge il primo piano delle case, trascina alcune auto con persone bloccate all'interno dalla pressione dell'acqua esterna. Tre persone vengono tratte in salvo.[3]
Nel comune di Genova nella mattinata si verificano precipitazioni intense. Nel pomeriggio le precipitazioni si fermano, per poi riprendere a tarda sera e poi con intensità la notte. Alle ore 23.30 circa esonda il torrente Bisagno. L'acqua invade le strade e trascina auto parcheggiate. Sino alle tre di notte, a causa degli allagamenti, parte della città rimane senza corrente. In alcune zone l'interruzione si prolunga per uno, due giorni. Anche il rio Fereggiano, che determinò l'alluvione del 2011, esonda e allaga la zona di via Fereggiano e di corso Sardegna. Le acque del torrente Bisagno arrivano sino all'altezza di un metro e ottanta e trascinano molte auto incastrandole nei pressi dei tunnel pedonali e stradali accanto alla stazione Brignole.

10 ottobre

Poco dopo la mezzanotte il torrente Sturla esonda allagando numerose strade e trascinando auto in sosta.[4] E verso le 00.30 la zona di Brignole è interamente allagata, come nell'alluvione 2011 e nelle varie precedenti, l'acqua invade anche la seconda parte verso valle di via XX Settembre.
Poco dopo alle ore 00.45, i vigili del fuoco recuperano il corpo di un uomo, morto annegato, nel tunnel allagato tra via Canevari e la stazione Brignole[5][6] che verrà identificato due ore dopo.
Alle ore 01.00 circa i vigili del fuoco traggono in salvo una persona, intrappolata in auto, pochi metri fuori dal tunnel tra via Canevari e la stazione Brignole, incastrata tra le altre trascinate dal Bisagno. L'autostrada A12 viene chiusa tra Bivio A12/A7 Milano-Genova e Genova Nervi per l'allagamento di Corso Europa in direzione Genova alle ore 02.00.

11 ottobre

Nelle prime ore dell'11 ottobre un nubifragio colpisce il ponente di Genova in particolar modo Cornigliano, Coronata, Sestri Ponente, Multedo, Pegli, Voltri, con allagamenti.
A Cornigliano il Polcevera, a Pegli il Varenna e a Voltri il Leira superano i livelli di guardia. Anche l'entroterra di Genova viene colpito da piogge intense tra Campo Ligure, dove esonda il torrente Ponzema affluente dello Stura[7], Masone e Rossiglione.
Verso le ore 03.00 circa un ulteriore nubifragio, con forti raffiche di vento si abbatte sul centro di Genova, in particolare nei quartieri del medio levante e nella val Bisagno. Piogge intense e violente a volte con grandine. Si teme una nuova esondazione del Bisagno e del Ferreggiano, che tuttavia permangono nei limiti. Alle ore 03.30 a Rivarolo esonda il Torbella. Alle ore 04.00 circa a San Fruttuoso, esonda nuovamente il rio Noce.[8]
Il temporale, col passare delle ore, colpisce sempre più il levante. Prima a quello genovese: Foce, Sturla, Nervi e poi quello ligure, il Golfo Paradiso, il Golfo del Tigullio e il loro entroterra.[9]
Alle ore 12.00 la Protezione Civile dichiara lo stato di "allerta 2" (livello massimo) sino alle ore 24 di lunedì 13 ottobre 2014 per tutte le provincie liguri esclusa quella di Imperia.[10]

Comuni coinvolti

Sono stati quarantatré, in provincia di Genova e quattro in provincia di La Spezia.

































Conseguenze

La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo per disastro e omicidio colposo. L'ufficio dell'accusa ha aperto un'inchiesta contro ignoti per il reato di disastro e omicidio colposo.[11]

Vittime

L'esondazione del torrente Bisagno ha causato una vittima, un uomo di 57 anni, trovato annegato dai Vigili del Fuoco nel tunnel tra via Canevari e la stazione Brignole alle ore 01.06 del 10 ottobre. [12]. [13]
Il Comune di Genova ha proclamato il lutto cittadino per il 16 ottobre 2014, giornata in cui si sono svolti i funerali dell'uomo, morto nell'alluvione.

Danni

I danni calcolati secondo le stime, per ora, ammontano a 250 milioni. Nella stima, 25 soltanto per la città di Genova. Gli altri comuni alluvionati sono stati quarantatre, in provincia di Genova. Quattro i comuni in provincia di La Spezia. Montoggio è il comune più colpito dopo Genova. Le risorse per le imprese alluvionate ammontano a 40 milioni.[14]

Gli "Angeli del fango" e "I ragazzi di Genova"

La città, come già accaduto in passato nelle alluvioni del 1970 e del 2011, ha visto una forte reazione di solidarietà. Oltre ai dipedenti comunali, sono stati in molti i cittadini genovesi che hanno partecipato con immediatezza e spontaneità alla pulizia della città. Tra di loro, i numerosi giovani, definiti angeli del fango e dal quotidiano Il Secolo XIX i ragazzi di Genova,[15]le persone di ogni età, i commercianti danneggiati dell'alluvione, anche gli immigrati [16] e le persone arrivate da altre parti d'Italia.[17]

Cause

Forti precipitazioni

La causa scatenante dell'evento è nelle forti precipitazioni, 395 mm in 24 ore[1], verificatesi in un'area ristretta tra il 9 ottobre e il 10 ottobre e in diverse zone di Genova e provincia, causando la coseguente esondazione del torrente Bisagno e degli altri corsi d'acqua coinvolti.
Un evento meteorologico di ampie proporzioni, aggravato dal fenomeno delle piogge autorigeneranti[non chiaro].[18]
Il fatto è comunque non eccezionale per l'area: nel periodo dal 1971 al 2000, infatti, Genova è stata la città più piovosa d’Italia, registrando una media di 1093 mm di pioggia all'anno.[19]da quale fonte deriva il dato?[non chiaro]

Il blocco delle opere di rifacimento della copertura del torrente Bisagno

I lavori di ultimazione delle opere di rifacimento della copertura del torrente sono stati bloccati da diversi ricorsi di imprese, che hanno provocato un ritardo di 30 mesi.[20]
Cosa sono: Il tratto terminale interessa un'area popolosa e snodo di traporto ferroviario in cui sono ben oltre le centomila le persone che vi gravitano. In quest'area si possono riscontrare strutture e infrastrutture aventi un valore rilevante per l'assetto urbanistico. Basti pensare alla stazione ferroviaria di Brignole, allo snodo stradale che portano dalla val Bisagno al centro città e alle diramazioni del traffico cittadino verso levante e ponente. L'area è poi anche interessata da un riassetto e dalla realizzazione di grandi opere come il nodo ferroviario, il progetto "Grandi Stazioni" per Genova Brignole, la tratta Corvetto Brignole e Brignole Val Bisagno della metropolitana, l'ampliamento di Calata Bettolo e dei moli Ronco e Canepa nella darsena e infine il potenziamento delle strutture della Fiera del Mare. Vi sarà così un ulteriore incremento di strutture in cui maggiori saranno le persone che vi passeranno con un maggiore rischio potenziale. « Per questo si manifesta la necessità che l'attuazione del progetto proceda di pari passo con quella delle opere previste per la messa in sicurezza del torrente.» [21]
Scheda tecnica rifacimento della copertura del torrente Bisagno[22]
Superficie totale del bacino: 93 kmq
Copertura attuale tratto terminale: 4 fornici di larghezza netta pari a 12 m
Portate di piena alla foce:
  • T50= 790 m3/s
  • T200=1301 m3/s
  • T500=1785 m3/s
Portate stimate eventi storici:
  • 1953: 755 m3/s
  • 1970: 950 m3/s
  • 1992: 700 m3/s
Portata del progetto degli anni '30: 500 mc/s
Portata massima smaltibile: 700 m3/s (portata istantanea con immediato innesco di rigurgito e riduzione della portata smaltibile a circa 400 m3/s)
T associato: 25-30 anni
Superficie urbana soggetta a rischio di inondazione con T=50 anni: circa 1,4 km2
Persone a rischio: circa 100.000
Portata massima smaltibile a seguito degli interventi di adeguamentoa:
  • circa 850 m3/s con franco
  • circa 950-1050 m3/s senza franco
Portata di progetto smaltibile dal canale scolmatore: circa 450 m3/s

Urbanizzazione

A partire dalla seconda metà degli anni 1920, il territorio, ove prima era una minore presenza di edifici, è stato interessato dall'espandersi della città. Sì è verficata anche una tombinatura di rivi sopra cui sono stati anche costruiti edifici e strutture.[19] L'espandersi della città e l'intervento della copertura del Bisagno degli anni trenta, hanno costituito un fattore di incremento della criticità.[19]

Portata del torrente Bisagno

Errori del passato

La stima del 1907
Negli anni 1928-1931 fu realizzata la copertura del torrente Bisagno: la portata di piena fu sottostimata in 500 m³/s, sulla base della relazione Fantoli.[23] Nelle piene nel corso dei secoli, di cui si ha memoria dei dati, si sono verificati eventi sino a 1300 metri cubi al secondo.
Nella tabella si può osservare la diversità delle valutazioni dal 1878 al 1998.

Storico delle disparità di vedute intorno alla valutazione delle portate [24]
m³/s Riferimento Anno
170 m³/s Ministero dei LL.PP. 1878
600 m³/s Arch. Pesce ante 1907
1200 m³/s Ing. Cannovale ante 1907
500 m³/s Ing.Inglese, Fantoli e Canepa 1909
845 m³/s Ing. Brizzolara 1965
950 m³/s Pirozzi, Supino, Marchi, Berardi, Gazzolo e Rocchi 1970
1150 m³/s Ing. Cati 1971
1300 m³/s Portata duecentennale di progetto definita dal Piano di Bacino del T. Bisagno 1998

La commissione Inglese, Fantoli e Canepa, incaricata nel 1907 dal sindaco del comune di Genova Gerolamo Da Passano di stabilire la portata di massima piena per realizzare la canalizzazione e la copertura, eseguita negli anni 1928-1931, sottostimò la portata massima, indicata come mai superiore ai 500 m³/s.[25] [26] [27]
La copertura del 1928-1931 della porzione che va da Brignole alla Foce
L'intervento di copertura degli anni 1928-1931 unitamente all'urbanizzazione resero più problematica la situazione dei secoli precedenti. «Dopo il completamento dell’opera di canalizzazione e copertura, si verificarono, nel 1945 e nel 1951, nubifragi di elevata intensità, tali da superare le precedenti valutazioni critiche. In seguito, il nubifragio del 19 settembre 1953, preceduto da 9 giorni di rilevante piovosità, sollecitava il bacino chiuso a Staglieno (dove il torrente Bisagno sottende una superficie di 81.1 Km 2) con una pioggia ragguagliata pari a 181 mm in 6 ore. La corrispondente risposta del bacino produceva una portata al colmo di 755 m³/s nella stessa sezione di Staglieno, nonché l’esondazione del corso d’acqua con allagamenti nelle zone di Genova centro.»[28]
Con i lavori del 1928-1931, il Bisagno, tra Brignole e la Foce, venne ristretto di 48 metri. Il nuovo assetto sotterraneo abbassò a 3,5 metri la sponda, prima alta 5 metri.

Analisi

lnadeguatezza della portata di piena

Nel Piano di Bacino, approvato il 4 dicembre 2001, era già evidenziato : «Il tronco più critico è quello terminale a causa della grave insufficienza del tratto canalizzato e coperto per il quale la portata di piena con periodo di ritorno 200-ennale è stimata in 1300 m³/s, valore che supera ampia/mente la sua attuale capacità di smaltimento, calcolata in 500 m³/s in fase di progetto; valore superabile con periodo di ritorno 20-ennale-50-ennale e superato più volte, sia nel corso di questo secolo, sia in precedenza. L’elevato rischio di esondazione per superamento della capacità di smaltimento del tronco canalizzato e coperto comporta pericolosi effetti di rigurgito a monte. Tali effetti si ripercuotono fino alla confluenza del rio Fereggiano e sono amplificati dalla presenza di ulteriori manufatti di attraversamento e/o strutture interferenti con l’alveo.» [29]

Lo scolmatore del Bisagno

La copertura degli anni '30 ha previsto una portata di 500 m³/s, elevabile a una capacità massima di 700 m³/s. Il piano attuale una portata di 850 m³/s, elevabile a una massima di 950 - 1.050 m³/s. Il Piano di bacino ha previsto come massima portata 1.300 m³/s. La capacità di massima attuale del torrente non è sufficiente per le grandi piene che potrebbero arrivare a 1.200/1.300 m³/s..[30]
La realizzazione del canale scolmatore del Bisagno, prevista nel progetto originario, alzerebbe la portata di 450 m³/s. Si arriverebbe così ai 1.300 m³/s di portata. L'opera comporta un costo di 250-270 milioni di euro.[31]

Gli interventi eseguiti e appaltati

L'intervento di rifacimento della copertura del Bisagno

  • 2005: il primo lotto delle opere è stato eseguito e ultimato a gennaio del 2009. [32]
L'esecuzione ha permesso aumentare la portata transitabile da 400 a circa 600 m³/s e di eliminare i limiti di carico (18 t) lungo la viabilità urbana.[33]
  • 2009: viene avviato l'iter per il secondo lotto del rifacimento della copertura del Bisagno che è stato finanziato, appaltato, poi sospeso per trenta mesi dai vari ricorsi e sbloccato nell'ottobre 2014. Salvo nuovi ricorsi, dovrebbe riprendere il suo iter con l'ultimazione dell'intervento. [34]

Scolmatore Fereggiano

I lotto dei lavori
  • È stato avviato l'iter. È stata effettuata la progettazione. Sono stati recepiti i finanziamenti e approvata la realizzazione della prima parte del primo lotto dello scolmatore del Fereggiano. Dopo l'approvazione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, c'è stata l'approvazione del progetto definitivo. La gara d'appalto, salvo eventuali ricorsi. Dovrebbe poi potersi passare alla fase esecutiva.

Problematicità

Gli eventi hanno evidenziato le seguenti problematiche:

Limiti dei modelli meteorologici matematici e previsionali e insufficienza per la prevenzione

Le previsioni sono basate su calcoli matematici e probalistici. Gli accadimenti hanno evidenziato un limite e di conseguenza la non sufficienza del solo strumento previsionale per la prevenzione e la messa in allerta del territorio.
Le dichiarazioni sintetizzano le posizioni di enti e istituzioni in relazione ai modelli previsionali e all'allerta:
Franco Gabrielli, responsabile della Protezione civile, in riferimento alla piattaforma meteorologica Dewetra ha affermato che «le valutazioni del pericolo dalle condizioni meteorologiche sono state sbagliate. Non bisogna però crocifiggere i poveri previsori perché, quando fanno le previsioni succede spesso che l'evento non sia quello previsto».[35]
Raffaella Paita, assessore regionale alla protezione civile, ha dichiarato che «l'allerta meteo per l'alluvione di Genova non è stata data perché le valutazioni dell'Arpal basate su modelli matematici non hanno segnalato l'allarme». [36] [37]
Claudio Burlando, presidente della Regione Liguria, in una intervista, ha detto che «il modello previsionale non ha funzionato. È la prima volta in dieci anni. Qualche volta i previsori, nel dubbio, hanno proclamato delle allerte a cui non sono corrisposti i fatti, ma hanno sempre annunciato correttamente i fenomeni, compresi i più gravi».[38]
Marco Doria, sindaco di Genova, ha dichiarato che «nessuno ci aveva preavvertito che certe cose sarebbero potute accadere. Non avendo avuto informazioni in tal senso, il nostro sforzo è stato di affrontare l'emergenza in tempo reale. Nessuna polemica sui modelli previsionali»[39]
L'ARPAL: AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE DELL'AMBIENTE LIGURE, in un comunicato del 21 ottobre 2014 ha peraltro dichiarato: «Le previsioni del tempo emanate da Arpal sono a supporto della Protezione Civile e sia mercoledì 8, sia giovedì 9 ottobre 2014, riportavano alta probabilità di “temporali forti, organizzati e persistenti, con maggiore probabilità dei fenomeni su B” la zona di Genova. [40] In aggiunta il messaggio dell’Avviso integrava la previsione, spiegando ulteriormente cosa volesse dire ELEVATA PROBABILITA' DI TEMPORALI FORTI ORGANIZZATI IN STRUTTURE TEMPORALESCHE ESTESE E DIFFUSE e conseguenti EFFETTI AL SUOLO DIFFUSI: allagamenti ad opera di piccoli canali/bacini con possibili piene improvvise di piccoli rii; fenomeni di rigurgito del sistema di smaltimento delle acque piovane con coinvolgimento delle aree urbane più depresse. Possibili allagamenti e danni ai locali interrati, provvisoria interruzione della viabilità, specie nelle zone più depresse, scorrimento superficiale nelle sedi stradali urbane ed extraurbane. Eventuale innesco di locali smottamenti superficiali dei versanti. Possibili disagi alla viabilità e danni localizzati a strutture provvisorie e vegetazione per locali forti colpi di vento, trombe d'aria, grandine e fulmini. OCCASIONALE PERICOLOSITÀ per l'incolumità delle persone e beni. Descrivevano cioè quello che è successo, senza andare oltre… dare l’allerta, attivare piani e procedure di emergenza, avvisare i cittadini, chiudere scuole, mercati, modificare la viabilità…tutte cose che ci sono state chieste in questi giorni. È vero che facciamo molte cose, ma non queste. Siamo un ente con 350 dipendenti su tutto il territorio ligure, che svolge innumerevoli servizi per la comunità, di cui le previsioni del tempo sono una piccola parte: dai controlli sulle discariche a quelli sull’acqua, dai campi elettromagnetici alle sorgenti radioattive, dalla biodiversità alle verifiche impiantistiche, dalle analisi di laboratorio su acque potabili, alimenti e qualità ambientale, all’aria e ai pollini, dai monitoraggi delle matrici ambientali alla gestione delle corrispondenti banche dati regionali. Scrivere a carattere cubitali “26 milioni all’anno per sbagliare le previsioni” è una delle tante falsità dette sul nostro conto in questi giorni, contro cui stiamo intraprendendo tutte le azioni possibili, comprese quelle legali. Inaccettabile l’attacco rivolto ad Arpal in un momento di emergenza. Non abbiamo dato l’allerta… né mai la daremo. PS: contrariamente a quanto comunicato da qualche organo di stampa, ovviamente anche Arpal ha partecipato al lutto cittadino.» [41]

Burocrazia e lentezza del processo amministrativo

Negli stessi giorni degli eventi è stata evidenziata la complessità della burocrazia.
Il contenzioso è durato 30 mesi. In vista un altro ricorso al Consiglio di stato. La stessa cosa potrebbe avvenire per lo scolmatore del Fereggiano. [42]
Dalla consultazione della cronistoria del rifacimento della copertura del Bisagno [43]si può osservare come i lavori, siano stati finanziati e assegnati, con gara. Nel 2011, un ricorso al Tar da parte di due consorzi delle imprese escluse dall’assegnazione del secondo lotto dei lavori, quello che comprende il tratto che va dalla Questura di Genova fino alla stazione Brignole, li ha bloccati. È seguito un controricorso al Consiglio di Stato che ha assegnato la competenza al Tar del Lazio. Nel luglio 2014, il Tar del Lazio ha riconosciuto le ragioni del consorzio delle imprese assegnatarie, vincitrici della gara e ha disposto la ripresa dei lavori.
La gara d'appalto ha richiesto quindi 4 mesi e mezzo, il contenzioso ad oggi circa 30 mesi. Le ricorrenti hanno annunciato un ricorso al Consiglio di Stato. [44] [45]

Interruzione della corrente elettrica e delle comunicazioni

Gli eventi hanno dimostrato un problema dell'efficienza dei mezzi di comunicazione per l'informazione agli abitanti. A causa dell'alluvione si è verificata infatti, la mancanza della corrente elettrica. Era così impossibile, nell'immediato, comunicare informazioni alla parte di cittadinanza più interessata dagli eventi. I principali canali di comunicazione (TV, radio, internet, telefoni) non erano funzionanti. Anche la rete mobile, in alcuni casi, non era funzionante. L'interruzione elettrica, in alcune zone circoscritte, si è prolungata per giorni.

Rapidità dei tempi e cultura dell'emergenza

La rapidità dei tempi dell'evento alluvionale e la quantità e la natura dell'acqua hanno evidenziato una problematicità per la messa in sicurezza di un'area così vasta, in relazione all'ora notturna, ai tempi in cui gli eventi si sono manifestati, alla natura e quantità dell'acqua esondata.
Le ore notturne, durante le quali, si sono verificati gli eventi, hanno avuto un effetto mitigatore sulle vittime. A causa dei fenomeni temporaleschi e per l'ora: poche persone erano infatti presenti nei luoghi. In tempi così brevi, la diramazione dell'allerta sarebbe stata insufficiente a evitare i danni. Per paradosso, avrebbe potuto, invece, cagionare maggiori vittime, dovute a persone, corse a mettere al sicuro le cose, per una loro sottovalutazione del rischio. Basta ricordare che nell'alluvione del 2011, avvenuta nel mattino, con l'allerta diramato, perirono sei persone. È evidenziata una problematicità della diffusione della cultura dell'emergenza tra la popolazione e della percezione del rischio. In tal senso va ricordato come la vittima di questa alluvione, uscendo da un bar, avesse detto al barista «Vado a controllare lo stato del torrente» [46]. Il fatto fa pensare come il Bisagno non fosse stato ritenuto come preoccupante. È evidenziato dall'alluvione del 2011 e del 2014, come vi sia stato, nella popolazione, un problema di cultura dell'emergenza e come fosse necessaria una diversa percezione e consapevolezza di comportamenti da tenere, per a evitare le vittime, dovute a condotte erronee, per panico e sottovalutazione del rischio.

Note

  1. ^ a b [1]
  2. ^ ilsecoloxix.it, Esondati Sturla, Scrivia, Bisagno e Fereggiano. URL consultato il 10 ottobre 2014.
  3. ^ genova24.it, Montoggio, esonda torrente: auto travolte, salvate tre persone. Scuole chiuse. URL consultato il 10 ottobre 2014.
  4. ^ Tgcom24, Alluvione a Genova, esondano i torrenti: un morto a Brignole, auto travolte dalle acque. URL consultato il 10 ottobre 2014.
  5. ^ Tgcom24, Alluvione a Genova, esondano i torrenti: un morto a Brignole, auto travolte dalle acque. URL consultato il 10 ottobre 2014.
  6. ^ ilsecoloxix.it, Alluvione a Genova: una vittima in via Canevari. URL consultato il 10 ottobre 2014.
  7. ^ genovatoday.it, Alluvione Genova Campo Ligure: esondato Ponzema. URL consultato l'11 ottobre 2014.
  8. ^ genovatoday.it, Alluvione Genova: non c'è tregua, violento temporale sul ponente. URL consultato l'11 ottobre 2014.
  9. ^ ilsecoloxix.it, Levante, viabilità in crisi e chiusura delle scuole. URL consultato l'11 ottobre 2014.
  10. ^ genovatoday.it, Allerta 2 prolungata fino alle 24 di lunedì. URL consultato l'11 ottobre 2014.
  11. ^ Donatella Alfonso, Valentina Evelli, Stefano Origone, Bruno Persano, Genova, cessa l'allerta. Domani scuole ancora chiuse. La Procura : 'E' disastro colposo' in la Repubblica, 13 ottobre 2014.
  12. ^ Ancora una vittima: infermiere muore travolto dalla piena del Bisagno in ilsecoloxix.it, 10 ottobre 2014.
  13. ^ Stefano Origone, Donatella Alfonso, Giuseppe Filetto, Genova, la nuova alluvione, una vittima a Borgo Incrociati, scuole e strade chiuse in Repubblica.it Genova, 10 ottobre 2014. URL consultato il 10 ottobre 2014.
  14. ^ Alluvione, chiesto lo stato di emergenza in regione.liguria.it, Giornale della Giunta, 17 Ottobre 2014. URL consultato il 22 ottobre 2014.
  15. ^ Emanuele Rossi, I ragazzi di Genova, il riscatto nel fango in Il Secolo XIX, 15 ottobre 2014.
  16. ^ Genova contro la polemica razzista: "Molti immigrati fra gli angeli del fango in tgcom24, 13 ottobre 2014.
  17. ^ Genova, nelle strade tornano gli angeli del fango: centinaia di volontari in azione in rainews, 13 ottobre 2014.
  18. ^ Raoul de Forcade, Ancora una volta Genova va sott'acqua in Il Sole 24 Ore, 11 ottobre 2014. URL consultato il 12 ottobre 2014.
  19. ^ a b c [2]
  20. ^ regione.liguria.it, CRONISTORIA RIFACIMENTO COPERTURA BISAGNO, Regione Liguria!data=10 ottobre 2014. URL consultato il 10 ottobre 2014.
  21. ^ Regione Liguria, Rifacimento della copertura del torrente Bisagno in infrastrutture.regione.liguria.it. URL consultato il 15 ottobre 2014.
  22. ^ Regione Liguria, Scheda Tecnica Rifacimento della copertura del torrente Bisagno in infrastrutture.regione.liguria.it. URL consultato il 15 ottobre 2014.
  23. ^ Jacopo Giliberto, Bisagno, un torrente che inganna in Il Sole 24 ore, 11 ottobre 2014.
  24. ^ Relazione sul torrente Bisagno Ing.Paolo Tizzoni (PDF), 8 novembre 2011. URL consultato il 15 ottobre 2014.
  25. ^ Piano di Bacino del Torrente Bisagno approvato il 4/12/2001 dalla Provincia di Genova. URL consultato il 15 ottobre 2014.
  26. ^ Jacopo Giliberto, Bisagno, un torrente che inganna in Il Sole 24 ore, 11 ottobre 2014.
  27. ^ Paolo Virtuani, Bisagno, la ribellione del fiume «condannato all’oblio» Renzo Rosso, docente di ingegneria idraulica: «L’intero sistema idraulico di Genova sta andando in tilt. Il progetto del canale scolmatore è inadeguato» in Corriere della Sera, 10 ottobre 2014.
  28. ^ Piano di Bacino del Torrente Bisagno approvato il 4/12/2001 dalla Provincia di Genova. URL consultato il 15 ottobre 2014.
  29. ^ Piano di Bacino del Torrente Bisagno approvato il 4/12/2001 dalla Provincia di Genova. URL consultato il 15 ottobre 2014.
  30. ^ Piano di Bacino del Torrente Bisagno approvato il 4/12/2001 dalla Provincia di Genova.
  31. ^ I LAVORI ALLA FOCE DEL BISAGNO in .regione.liguria.it, REGIONE LIGURIA, 8 Novembre 2011. URL consultato il 20 ottobre 2014.
  32. ^ regione.liguria.it, CRONISTORIA RIFACIMENTO COPERTURA BISAGNO, Regione Liguria!data=10 ottobre 2014. URL consultato il 10 ottobre 2014.
  33. ^ Regione Liguria, Scheda Tecnica Rifacimento della copertura del torrente Bisagno in infrastrutture.regione.liguria.it. URL consultato il 15 ottobre 2014.
  34. ^ regione.liguria.it, CRONISTORIA RIFACIMENTO COPERTURA BISAGNO, Regione Liguria!data=10 ottobre 2014. URL consultato il 10 ottobre 2014.
  35. ^ blizquotidiano.it Genova. Dewetra infallibile: sbagliate le valutazioni ma Gabrielli si assolve. URL consultato il 13 ottobre 2014.
  36. ^ Bruno Persano, Nessuno ha avvertito della bomba d'acqua in Repubblica.it Genova, 10 ottobre 2014. URL consultato il 10 ottobre 2014.
  37. ^ ARPAL Agenzia Regionale Protezione Ambiente Ligure, AVVISO METEOROLOGICO REGIONALE Emesso giovedì 9 ottobre 2014 alle ore 09:39, 9 ottobre 2014. URL consultato il 15 ottobre 2014.
  38. ^ Francesco La Spina, Flop meteo, la Regione: "Il calcolo non ha funzionato". I meteorologi: "Bastava leggere i dati" in Repubblica.it, 11 ottobre 2014. URL consultato l'11 ottobre 2014.
  39. ^ Raoul de Forcade, Ancora una volta Genova va sott'acqua in Il Sole 24 Ore, 11 ottobre 2014. URL consultato il 12 ottobre 2014.
  40. ^ ARPAL Agenzia Regionale Protezione Ambiente Ligure, AVVISO METEOROLOGICO REGIONALE Emesso giovedì 9 ottobre 2014 alle ore 09:39, 9 ottobre 2014. URL consultato il 15 ottobre 2014.
  41. ^ ARPAL, Arpal non ci sta e annuncia querele in arpal.gov, 21 ottobre 2014. URL consultato il 22 ottobre 2014.
  42. ^ Jacopo Giliberto, Bisagno, un torrente che inganna in Il Sole 24 ore, 11 ottobre 2014.
  43. ^ regione.liguria.it, CRONISTORIA RIFACIMENTO COPERTURA BISAGNO, Regione Liguria!data=10 ottobre 2014. URL consultato il 10 ottobre 2014.
  44. ^ regione.liguria.it, CRONISTORIA RIFACIMENTO COPERTURA BISAGNO, Regione Liguria!data=10 ottobre 2014. URL consultato il 10 ottobre 2014.
  45. ^ Renzo Parodi, Alluvione Genova, lavori al Bisagno bloccati da 3 anni per i ricorsi al Tar in Il Fatto Quotidiano, 10 ottobre 2014.
  46. ^ Ancora una vittima: infermiere muore travolto dalla piena del Bisagno in ilsecoloxix.it, 10 ottobre 2014.

Bibliografia

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  • Ing.Paolo Tizzoni, Relazione sul torrente Bisagno, 8 novembre 2011. URL consultato il 14 ottobre 2014.
  • Jacopo Gilnberto, Bisagno, un torrente che inganna in Il sole 24 ore, 11 ottobre 2014.
  • Paolo Virtuani, Bisagno, la ribellione del fiume «condannato all’oblio» Renzo Rosso, docente di ingegneria idraulica: «L’intero sistema idraulico di Genova sta andando in tilt. Il progetto del canale scolmatore è inadeguato» in Corriere della Sera, 10 ottobre 2014.
  • Renzo Rosso, Bisagno. Il fiume nascosto, Marsilio, 2014, ISBN 978-88-317-1790-8.